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"Per prima cosa pensai al titolo - Un vestito per la città di Milano - che poi divenne per motivi di carattere internazionale Dressing Up Milano. Con l'aiuto del mio amico Antonio Frana sviluppai il contenuto nella scelta degli stilisti che avessero un rapporto territoriale con la città di Milano. Devo dire non fu una cosa facile, per motivi editoriali mi limitai a ventotto stilisti, i migliori, i più geniali del panorama della moda mondiale. Per alcuni giorni girovagai per la città come un turista qualsiasi, le strade, i monumenti, i palazzi, li osservavo sotto un'altra luce, accidenti, ma chi l'ha detto che Milano non è interessante da fotografare, ma chi l'ha detto che la luce di Milano non è bella, vedevo la città per la prima volta e la trovavo estremamente moderna, attuale, stimolante. Ci fu poi la scelta dei monumenti, anche questa una vera impresa, anche lì non potevo certo includere tutto quello che volevo, decisi di unire monumenti storici e strutture moderne". Venne poi la scelta degli abiti e delle modelle. Quindi vestito, modella, monumento, truccatore, parrucchiere, assistenti, permessi. Nessuno ci ha visti, nessuno si è accorto di ciò che stavamo facendo. Si, perché se sei una persona educata Milano ti vuole bene e questo ve lo assicuro". (Antonio Guccione)